La Candy resta italiana


Vi riproponiamo un estratto da un'intervista rilasciata dall'amministratore delegato della Candy, Beppe Fumagalli, al Corriere Economia

Alla fine sono rimasti solo loro, i Fumagalli della Candy, gli unici italiani nella top ten dei produttori europei di elettrodomestici. Dal quartier generale di Brugherio i nipoti di Eden Fumagalli, che lanciò nel 1945 la prima lavabiancheria tutta italiana, osservano la battaglia di acquisizioni transazionali che sta rivoluzionando il mercato mondiale di lavatrici e frigoriferi. E non palesano preoccupazione. «Escludo in maniera categorica che le acquisizioni riguardino noi — dice Beppe Fumagalli, 52 anni, amministratore delegato del gruppo brianzolo —. Non vogliamo essere oggetto d’acquisto. Stiamo facendo altro e non siamo preoccupati della concentrazione in atto». (...)  La Candy, quinto gruppo europeo con quasi un miliardo di fatturato, non è abbastanza grande per competere con questi nuovi protagonisti globali, ma è solida a sufficienza per difendersi da sola, tanto che il capoazienda esclude «soci, quotazione e operazioni sul capitale».

(...) I Fumagalli preferiscono puntare su ciò che sanno far bene nei tre settori chiave in cui sono presenti. Nelle lavatrici, che rappresentano il 40% del fatturato, Candy è il numero cinque in Europa con una quota del 6%. «È un segmento nel quale siamo sempre stati capaci di spostare il mercato avviando nuove tendenze, per esempio le lavatrici di piccole dimensioni o quelle a grande capacità». Gli elettrodomestici da incasso sono ritenuti «un settore fondamentale dove stiamo crescendo del 15%». E nel cosiddetto «floor-care» (la pulizia dei pavimenti) il marchio Hoover, rilevato nel 1995, «combatte per la leadership con Electrolux, Miele e Dyson ». Tradizione e innovazione insieme fino all’ultima frontiera degli elettrodomestici intelligenti, connessi con smartphone, tablet o computer.


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